"Aveva un corpo da cattiva ragazza, il genere di fisico che, anche a trentatré anni, avrebbe potuto tranquillamente fare bella mostra di sé appeso a un chiodo sulla parete di un museo. Era un corpo da bambola in cui era racchiuso anche un cervello intelligentissimo, ma ciò non aveva importanza poiché Phoebe era il genere di donna che solitamente veniva giudicata solo dalle apparenze."
"Phoebe si strinse contro di lui ed emise un lieve gemito che per Dan fu come una dose di whisky dritta in vena."
(
Susan Elizabeth Phillips, da Il gioco della seduzione)
I protagonisti de Il gioco della seduzione di S. E. Phillips, Phoebe e Dan, rientrano perfettamente negli stereotipi delle persone valutate dalle apparenze e classificate come prive di sostanza.
Dan è il coach degli Stars ed è stato uno tra i migliori giocatori di football americano. Tra fisico possente e muscoloso da macho esagerato ed essere una leggenda nel mondo dello sport riscuote un notevole successo fra le donne, nonostante i suoi modi rudi.
Phoebe è una donna che non passa indifferente, è consapevole della sua prorompente fisicità, che usa in modo impertinente per provocare e sedurre. Ha creato di sé un'immagine disinibita e libertina, diventando anche ricca per aver posato nuda per un artista famoso e presente con i quadri che la ritraggono in vari musei del mondo.
Le loro vite sono destinate ad incontrarsi quando la biondina svampita e sexy diventa, in seguito alla morte di suo padre, la proprietaria degli Stars. Nel testamento il padre non le nasconde il disprezzo che prova nei suoi confronti, valutandola assolutamente incapace di prendersi e gestire una tale responsabilità.
L'autrice del romanzo riesce a farci andare oltre le apparenze ed a farci scoprire sia in Phoebe che in Dan, aspetti di grande umanità e sensibilità e quanto a volte si mascherino le proprie fragilità per non apparire vulnerabili, preferendo non amare più troppo quando si è stati profondamente feriti.
La lettura di questo libro, nonostante le 455 pagine è veloce e molto rilassante, intrigante e particolarmente hot in diverse pagine. Ci sono parecchi ingredienti che lo fanno lievitare oltre la sufficienza sebbene si tratti sempre e comunque di un romance. Tra questi l'ambiente sportivo che non funge solo da cornice al tormentato e altalenante sviluppo di un'appassionante storia d'amore. Il mondo del football rappresenta metaforicamente tutta la complessa situazione che vivono i due protagonisti. Ossia la voglia di riscatto, di sfida, di spinta etica di chi non crede solo nella fortuna e nel denaro, bensì nell'impegno, nel sacrificio, nei sentimenti, nell'intelligenza e nel valore del gruppo-comunità, esattamente come nel film L'arte di vincere con Brad Pitt. Nel libro non manca una divertente ironia a tratti sagace, l'analisi delle dinamiche personali e familiari, la passione e l'orgoglio, il giallo e un po' di suspense prima di arrivare ad uno scontatissimo happy end rosa più che mai .
Dan è il coach degli Stars ed è stato uno tra i migliori giocatori di football americano. Tra fisico possente e muscoloso da macho esagerato ed essere una leggenda nel mondo dello sport riscuote un notevole successo fra le donne, nonostante i suoi modi rudi.
Phoebe è una donna che non passa indifferente, è consapevole della sua prorompente fisicità, che usa in modo impertinente per provocare e sedurre. Ha creato di sé un'immagine disinibita e libertina, diventando anche ricca per aver posato nuda per un artista famoso e presente con i quadri che la ritraggono in vari musei del mondo.
Le loro vite sono destinate ad incontrarsi quando la biondina svampita e sexy diventa, in seguito alla morte di suo padre, la proprietaria degli Stars. Nel testamento il padre non le nasconde il disprezzo che prova nei suoi confronti, valutandola assolutamente incapace di prendersi e gestire una tale responsabilità.
L'autrice del romanzo riesce a farci andare oltre le apparenze ed a farci scoprire sia in Phoebe che in Dan, aspetti di grande umanità e sensibilità e quanto a volte si mascherino le proprie fragilità per non apparire vulnerabili, preferendo non amare più troppo quando si è stati profondamente feriti.
La lettura di questo libro, nonostante le 455 pagine è veloce e molto rilassante, intrigante e particolarmente hot in diverse pagine. Ci sono parecchi ingredienti che lo fanno lievitare oltre la sufficienza sebbene si tratti sempre e comunque di un romance. Tra questi l'ambiente sportivo che non funge solo da cornice al tormentato e altalenante sviluppo di un'appassionante storia d'amore. Il mondo del football rappresenta metaforicamente tutta la complessa situazione che vivono i due protagonisti. Ossia la voglia di riscatto, di sfida, di spinta etica di chi non crede solo nella fortuna e nel denaro, bensì nell'impegno, nel sacrificio, nei sentimenti, nell'intelligenza e nel valore del gruppo-comunità, esattamente come nel film L'arte di vincere con Brad Pitt. Nel libro non manca una divertente ironia a tratti sagace, l'analisi delle dinamiche personali e familiari, la passione e l'orgoglio, il giallo e un po' di suspense prima di arrivare ad uno scontatissimo happy end rosa più che mai .
Il titolo in lingua originale è I had to be you. Il titolo scelto per l'edizione italiana, nelle librerie da meno di un mese, si riferisce al fatto che entrambi i protagonisti conoscono molto bene oltre al gioco del football anche quello della seduzione. In un primo momento, sono inevitabilmente attratti solo fisicamente e non vedono il resto, poichè ingannati dalle loro prime impressioni.
"...la sentì sospirare. "Io e te non ci piacciamo".
"Quello non è necessario, tesoro. Questa non è una relazione permanente. E' attrazione animale."
La vera seduzione li coglie lentamente, quando l'attrazione supera il solo desiderio sessuale.
A mio parere, la seduzione non è propriamente un gioco, può definirsi tale nella misura in cui si è autentici e spontanei, nel senso che non può essere qualcosa di costruito che obbedisce e ferree e rigide regole se non quella che occorre giocare da entrambe le parti. La seduzione, secondo l'origine etimologica del termine è "secum ducere", ossia condurre a sé, che dovrebbe essere inteso in senso più ampio del solo condurre alla propria fisicità o sfera sessuale. Sedurre non è incantare, ma portare l'altro dentro se stessi senza servirsi soltanto della propria sensualità, ma utilizzando l'arma migliore, che è la propria personalità. Sicuramente le prime cose che ci seducono però sono altre, quelle che catturano il nostro sguardo e i nostri sensi!
"...la sentì sospirare. "Io e te non ci piacciamo".
"Quello non è necessario, tesoro. Questa non è una relazione permanente. E' attrazione animale."
La vera seduzione li coglie lentamente, quando l'attrazione supera il solo desiderio sessuale.
A mio parere, la seduzione non è propriamente un gioco, può definirsi tale nella misura in cui si è autentici e spontanei, nel senso che non può essere qualcosa di costruito che obbedisce e ferree e rigide regole se non quella che occorre giocare da entrambe le parti. La seduzione, secondo l'origine etimologica del termine è "secum ducere", ossia condurre a sé, che dovrebbe essere inteso in senso più ampio del solo condurre alla propria fisicità o sfera sessuale. Sedurre non è incantare, ma portare l'altro dentro se stessi senza servirsi soltanto della propria sensualità, ma utilizzando l'arma migliore, che è la propria personalità. Sicuramente le prime cose che ci seducono però sono altre, quelle che catturano il nostro sguardo e i nostri sensi!
- Secondo te la prima impressione è ingannevole o veritiera?
- Sei mai stato sedotto/a per poi accorgerti di essere stato condotto dalla parte sbagliata? Quando l
o si può considerare davvero un errore?
Nella stessa settimana sono stata ancora baciata dalla fortuna ed ho vinto anche questi orecchini davvero carini che Lu ha realizzato ed offerto in occasione delle 100.000 visite al suo interessante e creativo blog Lufantasygioie. Mi sono arrivati da qualche giorno ed è stata una grande gioia per me anche leggere la lettera con cui Lu ha accompagnato il suo gentile regalo. Questa mia fotografia sarà custodita nei Doni, insieme a tutti i preziosi ed emozionanti ricordi.
Grazie ancora Lu, per aver voluto festeggiare insieme a chi ti segue con sincero affetto, attraverso questo gesto concreto che consente di apprezzare le tue abilità manuali, creatività e soprattutto la tua grande generosità.
Grazie ancora Lu, per aver voluto festeggiare insieme a chi ti segue con sincero affetto, attraverso questo gesto concreto che consente di apprezzare le tue abilità manuali, creatività e soprattutto la tua grande generosità.