or di fuoco, ora sono di ghiaccio
ogni donna cangiar di colore,
ogni donna mi fa palpitar.
Solo ai nomi d'amor, di diletto
mi si turba, mi s'altera il petto
e a parlare mi sforza d'amore
un desio ch'io non posso spiegar!
Parlo d'amor vegliando,
parlo d'amor sognando:
all'acque, all'ombre, ai monti,
ai fiori, all'erbe, ai fonti,
all'eco, all'aria, ai venti
che il suon de' vani accenti
portano via con sé.
E, se non ho chi m'oda...
parlo d'amor con me!
....
Gelo e poi sento l'alma avvampar
e in un momento torno a gelar.
Ricerco un bene fuori di me,
non so ch'il tiene, non so cos'è.
Sospiro e gemo senza voler,
palpito e tremo senza saper
non trovo pace notte né dì:
ma pur mi piace languir così.
(dalla Nozze di Figaro di W. A. Mozart. Libretto di L. Da Ponte)
Cherubino è un giovanissimo paggio che in quest'aria descrive a Susanna i suoi turbamenti amorosi.
Chi non si è sentito smarrito di fronte al sentimento d'amore al punto da scordarsi tutto di sé, pervaso da un solo inspiegabile desiderio che toglie la pace il giorno e la notte?
L'autore di questi versi è Lorenzo Da Ponte, un italiano molto famoso all'estero ai tempi di Mozart: era addirittura il poeta di corte dell'imperatore d'Austria. Quest'opera rappresentò una dirompente novità per l'epoca sia nei ritmi che nelle scene, per la prima volta in un'opera vi era addirittura un ballo!! Era lontanissima dalla semplicità d'ascolto delle altre opere del suo tempo, quasi shockante. Mozart, genio sublime e ribelle, la compose nonostante il divieto imperiale di rappresentare la commedia di Beaumarchais considerata trasgressiva, ma in realtà la censura riguardava soprattutto i contenuti satirici e politici rivolti all'aristocrazia.