Dammi il mio giorno;
ch'io mi cerchi ancora
un volto d'anni sopito
che un cavo d'acque
riporti in trasparenza,
e ch'io pianga amore di me stesso.
riporti in trasparenza,
e ch'io pianga amore di me stesso.
Ti cammino sul cuore,
ed è un trovarsi d'astri
in arcipelaghi insonni,
notte, fraterni a me
notte, fraterni a me
un incurvarsi d'orbite segrete
fossile emerso da uno stanco flutto;
dove siamo fitti
coi macigni e l'erbe.
(S. Quasimodo - Dammi il mio giorno)
Questa poesia è tratta dalla raccolta Oboe sommerso (1932) composta dall’impareggiabile Salvatore Quasimodo, uno tra i più grandi rappresentanti del nostro Ermetismo e premio Nobel per la letteratura nel 1959.
La sua poesia è una voce intima, una ricerca interiore, profonda e continua delle verità. Non si è avvicinato alla letteratura per un gusto d’evasione ma proprio per il bisogno di scoprire la propria verità e dentro essa la verità della realtà assoluta dell’uomo e così ha intrapreso il suo viaggio umano dentro gli errori e le contraddizioni, i sentimenti e i dubbi, le speranze e le illusioni. E’ il poeta dell’ambiguità e della complessità del nostro vivere e della voglia di una identificazione con i segni del cosmo.
Tutti questi aspetti della sua poetica li ritroviamo in Dammi il mio giorno, dove con il suo linguaggio scarno ed essenziale inoltre riesce a dare dell’Amore un ritratto completo.
E’ tenerezza e speranza, vita e luce, … tutto in quella richiesta come l’invocazione di una preghiera, in quell’imperativo di apertura che potrei paragonare al carpe diem oraziano, ossia vedo la volontà a rendere l’amore presente e vivo ogni giorno, ogni istante, l’invito a rinnovarlo ad ogni sorgere del sole per non lasciarlo nei ricordi e piuttosto viverlo fino in fondo prima che il tempo sia di nuovo passato.
E’ ricerca di se stessi e dell’altro in quel guardarsi riflessi nell’acqua per ritrovarsi e riconoscersi. E’ dolore e consapevolezza perchè nella vita non ci sono solo i fiori e l’erba con i loro profumi, ma anche i macigni e la concretezza di un’esistenza il cui percorso è tormentato, fatto di curve e tanta solitudine.
Ma tutto il senso di questo immenso sentimento è nei versi centrali dall'elevato valore poetico, bellissima la sua capacità di armonizzare i concetti con le immagini ed in particolare mi piace vedere l’amore come movimento: camminare ed incontrarsi.
L'Amore rende l’uomo infinito,
parte dell’universo come un astro,
parte della storia come un fossile,
grande ed eterno!
(R.B.)
parte dell’universo come un astro,
parte della storia come un fossile,
grande ed eterno!
(R.B.)
Salvatore Quasimodo è un poeta siciliano che ha spesso vagheggiato la sua isola nelle sue opere. Nel mio recente viaggio ho visitato Modica, la sua città natale e sono stata nella sua casa, in una piccola via di questo paese arrampicato sui monti Iblei. Modica è particolarmente affascinante con tutte le sue scale e le meravigliose chiese barocche.