"Il caso è un fattore della vita sbalorditivo. Tu sei venuta al mondo per puro caso, in un posto lungo il Mississippi. Io sono il risultato del congiungersi di Sam e Ietta Jelnikoff, nel Bronx, nei decenni antecedenti, e attraverso un'astronomica concatenazione di circostanze, le nostre strade si sono incrociate: due fuggiaschi nel vasto, buio, inesprimibilmente violento e indifferente universo."
(
Boris J. in
Basta che funzioni)
Questa citazione è tratta dal film
Basta che funzioni
del 2009, in cui
Woody Allen ci presenta ancora una volta la sua visione del mondo e dell'amore, facendo una vera sintesi di tutta la sua filosofia di vita.
Fanno da filo conduttore alle vicende di tutti i personaggi del film i temi del destino e della fortuna, dell'amore, delle disillusioni e della vanità dell'essere. In particolare, quelli della assoluta casualità umana e del ruolo potente del caso, qui diventano protagonisti assoluti, in una perfetta coerenza stilistica e di contenuti con altri grandi successi del celebre regista newyorkese, quali La dea dell'amore o Match point.
L'ex professore di fisica Boris Jelnikoff, interpretato da Larry David, è in realtà l'alter-ego di Allen: un personaggio eccentrico, logorroico, ipocondriaco, misantropo, pessimista, nichilista, cinico, presuntuoso, solitario, ironico e geniale. Un uomo capace di avere una visione di insieme ed affrontare temi filosofici ed impegnativi con eleganza, leggerezza e simpatia unite ad amarezza e ad un umorismo pungente.
"Sulla carta siamo la coppia perfetta,
ma la vita non funziona sulla carta! "
(
Boris J. in
Basta che funzioni)
Per Boris l'amore non è qualcosa che richieda la stessa intelligenza che necessita la comprensione della fisica quantistica, ossia non ha nulla di razionale, non basta risolvere un'equazione di eguaglianza fra gusti ed attitudini. Le incognite da considerare però non sono i sentimenti, l'attrazione, le profonde e magiche alchimie che si possono creare tra due persone, bensì solo il fato e la possibilità di saper cogliere qualsiasi temporanea elargizione di grazia, la capacità di farla funzionare la realtà, sapendo rubacchiare o procurare qualunque tipo di felicità. I sentimenti rappresentano per Boris-Woody solo illusioni, l'amore è destinato a finire e non a conquistare tutto, è solo il frutto di romantiche aspirazioni della giovinezza.
Tutti i personaggi sembrano difatti adattarsi alla vita, colgono la situazione fortuita che il destino presenta loro e cambiano completamente, si trasformano con disinvoltura camaleontica pur di far funzionare ciò che la vita presenta e così essere felici.
E' solo il destino che decide tutto.
Certamente ci si perde riflettendo sulla sequenza delle casuali circostanze di alcuni incontri che finiscono per essere determinanti per cambiare una vita, anche la nostra. Tuttavia, credo che non ci siano soltanto i grandi fattori fortuna e fatalità, perchè nella vita di episodi e di incontri, di sguardi incrociati ce ne sono centinaia al giorno, poi tutto ciò che da un incontro si sviluppa e che rende un episodio un avvenimento determinante per la nostra storia dipende dalle nostre emozioni e percezioni, dalle nostre scelte, dalla nostra volontà, dal nostro personale modo di essere e di sentire, di gioire, soffrire, di amare. Non penso che sia il destino a trasformare la vita, a decidere, né tantomeno penso che ci si possa adattare mai del tutto o che l'amore abbia un ruolo secondario nell'economia dell'esistenza, quanto...
"In qualsiasi modo definiamo l'amore, la definizione dirà sempre che l'amore è qualcosa di essenziale, che trasforma la vita in destino."
(Milan Kundera, da L'immortalità)
E secondo te, quanto il dipanarsi della nostra vita è frutto del destino e quanto delle scelte personali nostre e di chi ci è vicino?
Pensi come Allen, che il destino trasformi la vita in felicità-amore?
o come Kundera, che sia l'amore a trasformare la vita in destino?