venerdì 30 dicembre 2011

Vi auguro sogni


Vi auguro sogni
a non finire
la voglia furiosa
di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare
ciò che si deve amare
e di dimenticare
ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli
al risveglio
e risate di bambini
vi auguro di resistere
all’affondamento,
all’indifferenza,
alle virtù negative
della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto
di essere voi stessi.

(Jacques R. G. Brel) 


    Sottoscrivo integralmente 
i versi del cantante e poeta belga Jacques Brel
per augurare a tutti un lieto, frizzante 
infinitamente pieno di sogni e passioni,

2012



giovedì 22 dicembre 2011

Auguri!


Se c'è una grazia che desidero chiedere a Gesù che nasce, per me e per tutti, è proprio quella di essere capace di annunciare, con la fermezza di chi sa che non resteranno deluse, speranze sempre eccedenti su tutte le attese del mondo.
(Tonino Bello)


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Buon
Natale!


Il mio augurio è che ognuno 
possa spalancare le proprie porte 
alla speranza 
perchè il cuore possa inondarsi 
di luce e di gioia!!  






mercoledì 21 dicembre 2011

Il meglio di te


Poche luci per illuminare un forte desiderio di Amarti.
Ancora una volta ... sempre più.

Mi perdo nel tuo viso sognante

al chiaror della nostra amata Luna.

Scivola il dito, un poco più giù...

raggiunge la porta del tuo cuore, click... si apre d'incanto.

L'ora dell'Amore.


Lasciami tuffare dentro un'emozione 
in uno spazio senza fine che sa di te!

Voglio solo il meglio.

Il resto lo lascio al buio della notte 
sopra un metro
di silente superficialità 
e vuoti a rendere...

Nessuno sa cosa è celato dietro quel niente.
Il meglio di Te.
( )
  
GRAZIE Ele!

Ti voglio ringraziare non solo per la luce ed il tocco di professionalità che hai portato al mio template.
Ti ringrazio per le tue doti di generosità e disponibilità sconfinate quanto la tua pazienza e la tua simpatia.  
Ti ringrazio per la gentilezza e la qualità del tempo che sai donare agli altri, per la tua apertura verso ogni possibilità di incontro. I tuoi genitori ti hanno insegnato fin da piccola a cercare il buono in ciascuna persona che ti passa accanto anche se essa si fermerà pochi istanti nella tua vita. Sapere questo di te mi consola perchè nonostante la mia eccessiva attenzione ai dettagli, la mia indecisione cronica quando devo scegliere ed il tempo risicato da potersi dedicare reciprocamente, sono fiduciosamente certa che anche tu hai potuto cogliere il bene oltre alla simpatia e alla stima che nutro per te.

E' bello potersi gustare, sapendo cogliere il meglio di ogni persona, anche attraverso i contatti nel web. Un'altra delle mie conferme che in rete vivono non solo dei bloggers, ma degli human!!

Ecco perchè nel post a te dedicato per ringraziarti ho scelto tra le tante poesie che pubblichi nel tuo Emozioni in un click, questa che è davvero splendida ed intensa, dedicata a tuo marito in un momento per te importante ed indimenticabile. Mi è piaciuta non solo per la sua carica di sensualità ed amore, per l'emozione che mi ha procurato leggerla, per cui è davvero perfetta per il mio blog, ma perchè, almeno nel titolo, la voglio reindirizzare a te!

Le capacità di grafica, la creatività ed i preziosi consigli di Ele per tutti i bloggers sono invece su Graphics Phoenix.

Grazie ancora Ele!  







domenica 18 dicembre 2011

I pesci non chiudono gli occhi

Non avevo toccato niente di così liscio fino allora. Ora so neanche fino a oggi. Glielo dissi, che il suo palmo di mano era meglio del cavo di conchiglia, mentre risalivamo a riva, staccati. 
"Lo sai che hai detto una frase d'amore?" disse avviandosi verso l'ombrellone.
Una frase d'amore? Neanche so cos'è, che le è venuto in mente?... ma si è sbagliata. Ho detto una frase di stupore."



"Mi accorgevo del corpo, del suo interno, accanto a lei: del battito del sangue a fior di polso, del rumore dell'aria nel naso, del traffico della macchina cuorepolmoni. Accanto al suo corpo esploravo il mio, calato nell'interno, sbatacchiato come il secchio nel pozzo."


" "Allora ti piace l'amore?"
"È pericoloso. Ci scappano ferite e poi per la giustizia altre ferite. Non è una serenata al balcone, somiglia a una mareggiata di libeccio, strapazza il mare sopra, e sotto lo rimescola."
  (Erri De Luca, da I pesci non chiudono gli occhi - 2011)


   I pesci non chiudono gli occhi, l'ultimo libro di Erri De Luca si legge tutto d'un fiato, immenso nella sua semplicità, denso di forza e di tenerezza. Un libro dove ogni frase è poesia. Una prosa scritta in versi.

   L'autore racconta il suo passaggio dalla fanciullezza all'età adulta, di cui ha coscienza nel preciso ricordo di un'estate trascorsa ad Ischia quando aveva dieci anni. Il romanzo è molto più di un flashback o una convocazione del passato. E' l'analisi profonda del proprio carattere, la spiegazione dei comportamenti successivi, l'origine delle scelte compiute nella vita. E' l'approccio alle emozioni ed ai valori di un poeta che li trasmette attraverso lo sguardo semplice di fanciullo che cambia, che si stupisce, che cresce e che si rapporta alla maturità aprendo i suoi orizzonti.
   In quei giorni sull'isola si accorge della sua crescita interiore sebbene si senta ancora avvolto nel bozzolo di un corpo da bambino. La parola giustizia che prima non aveva alcun effetto su di lui diventerà il centro della conoscenza. Comprenderà i sogni ed i sacrifici dei suoi genitori, si appassionerà sempre più alla lettura ed al mondo delle parole, si avvicinerà alla vita dei pescatori per cogliere i segreti di un mestiere e del mare. Affronterà con coraggio il dolore e la sfida, si accorgerà emotivamente della bellezza femminile e conoscerà l'amore, quella forza misteriosa che fa fare cose impensabili, che trasforma, che supera la volontà, che fa accorgere della specialità di un'altra persona e concentrare su essa l'esclusiva dell'attenzione.

   Le prime carezze, i primi sguardi d'intesa, i primi baci, sono delicatezza e stupore, ricordo vivo. Emozione.

"Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole in giù. 
"Chiudi quei benedetti occhi di pesce."
"Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere." 

   Il giovane Erri è paragonato ad un pesce perché non chiude gli occhi, ma nella sua risposta non c'è solo un bel complimento rivolto alla sua ragazza.  
   Avendo scelto questo titolo è come se l'autore voglia invitare a saper guardare e non solo con gli occhi, a comprendere il percorso della vita, a conoscerne le ragioni e a scavare anche in ciò che può apparire insondabile e misterioso. 
   Io colgo la metafora che dice come sia impossibile distogliere lo sguardo dalla bellezza dell'amore, come diventi naturalmente consequenziale e pregnante il voler cogliere ogni attimo, gustarsi all'infinito senza mai stancarsi. Scorgo l'invito a vivere l'amore sempre con lo stesso stupore, con la stessa poesia e con la stessa travolgente energia, affinché ogni giorno abbia il sapore della novità, il gusto del desiderio, la sete dell'incontro. 
   La meravigliosa realtà dell'amore, incantevole pur senza essere un incantesimo.

  

- E per te l'amore è stupore? Ti stupisci ancora dell'amore?





martedì 13 dicembre 2011

La donna in gabbia

"Ma in effetti che cosa sappiamo dei nostri simili? Non abbiamo tutti nella vita una tragedia irreparabile, che non siamo stati capaci di riconoscere in tempo?"
(Jussi Adler-Olsen, da La donna in gabbia)



   Con La donna in gabbia, pubblicato in Italia dalla Marsilio editori  (alla cui proposta di recensione ho aderito), il danese Jussi Adler-Olden nel 2007 ha dato vita all'investigatore Carl Mørk, protagonista poi di una serie di romanzi che, dato il successo internazionale, sarà presto anche oggetto di trasposizione cinematografica. 

"Solo una rapida curetta con i piedi sul tavolo e i pensieri ben sepolti nel mondo dei sogni poteva rimetterlo in sesto. 
Era in quel benefico stato da dieci minuti, quando il suo raccoglimento fu interrotto da una sensazione che tutti i servitori della giustizia conoscono benissimo, e che le donne chiamano intuizione. Era l'inquietudine dell'esperienza che gli ribolliva nel subconscio. La sensazione che una serie di azioni concrete avrebbe inevitabilmente condotto a un certo risultato."

  
     Taciturno, pigro, burbero, mal sopportato dai suoi colleghi incapaci, Carl,  investigatore intelligente e dotato, viene posto a capo di una nuova sezione sorta presso la Direzione anticrimine della Polizia, per indagare sui casi irrisolti o lasciati in sospeso, chiamata semplicemente Q, dal simbolo del Partito Danese sulle schede elettorali.
   La creazione di questa sezione è in realtà una discutibile scelta politica per dimostrare all'opinione pubblica una maggior intenzione di assicurare la giustizia e soprattutto una scelta economica del distretto di Copenaghen per assicurarsi i finanziamenti stanziati.  Ma i milioni versati non arriveranno mai alla sezione Q, che viene collocata in uno scantinato, senza mezzi tecnici ed assegnata a Carl semplicemente per allontanarlo ed isolarlo. Gli viene affidato solo un aiuto per le pulizie, ma presto il siriano Assad si rivelerà un valido ed indispensabile sostegno anche per le indagini, un personaggio misterioso la cui presenza incuriosisce e nello stesso tempo porta vivacità alla narrazione.


    Fra tutti i vari casi speciali per la sezione Q, Carl ripesca la pratica della vicepresidente dei Democratici Merete Lynggaard, giovane e bella donna scomparsa cinque anni prima senza lasciare tracce. Un caso scivoloso, apparentemente inconsistente, troppo facilmente archiviato per assenza di moventi. Presto si accorgerà che le investigazioni erano state svolte con molta superficialità. Saranno le sue doti di intuizione e coraggio unite a quelle del capace Assad, a portare a termine un'indagine che nello scorrere dei giorni diventerà sempre più avvincente ed anche pericolosa.
   Si tratta di un thriller dove lo scorrere del tempo la fa da padrone, sia dal punto di vista stilistico per lo sfasamento di collocazione temporale dei vari capitoli, sia da quello dei contenuti e del ritmo della narrazione. Tempo che si dilata fino a sembrare eterno per Merete ma implacabilmente rapido per gli altri, che quasi instaurano una gara contro di esso.
   Quello che a me colpisce è che, sebbene Merete sia concretamente prigioniera, palesemente in gabbia per tutti, ella continui a mantenersi concentrata su pensieri che la aprono al mondo e agli affetti, alla vita ed ai suoi colori, continuando a prendersi cura di sé senza mai perdere la speranza di scappare, di non darla vinta ai suoi crudeli carcerieri.


"Era stata sdraiata a pensare ai libri. Lo faceva spesso, per allontanare il pensiero della vita che avrebbe potuto essere la sua, se solo avesse fatto altre scelte. Quando pensava ai libri, poteva muoversi in un altro mondo. La sola idea di sfiorare con le dita la secchezza e l'inesplicabile ruvidità della carta bastava ad accendere in lei un incendio di nostalgia. I vapori della cellulosa e dell'inchiostro di stampa. E mille volte era entrata nella biblioteca immaginaria e aveva scelto con il pensiero l'unico di tutti i libri al mondo che poteva rievocare con sicurezza, senza bisogno di inventare ancora. Non quello che desiderava ricordare, non quello che le aveva fatto più impressione. Ma l'unico libro che per tutti i bei ricordi e le risate liberatorie era rimasto intatto nella sua memoria martoriata."

   Nella sostanza, invece, tutti i personaggi di questo romanzo, anche i minori, a mio parere, sono in vario modo in gabbia.
   Lo è Carl, imprigionato nel martellante rimorso di non aver potuto salvare un suo collega dalla morte ed il suo amico dalla paralisi durante uno scontro a fuoco in cui era anch'egli presente.  Ingabbiato da una ex-moglie dalla quale non riesce a liberarsi e che continua a sostenere nel suo percorso artistico e ad aiutare nostante l’insopportazione.
   Lo è Assad, che certamente si nasconde, chiuso nei segreti e strani misteri mai svelati dei suoi veri nome, provenienza e personalità.
   Lo è Uffe, fratello di Merete, chiuso in un silenzio ed una incomunicabilità provocati dalla gabbia del dolore. Una gabbia che lo costringe all’isolamento ed al rifiuto di vivere.
   Lo è il folle criminale che la tiene segregata, rinchiuso anch'egli nel suo delirante odio, una gabbia impenetrabile da qualsiasi luce di umanità.
   Lo è la grande protagonista di questo romanzo, ossia la politica. Una politica non retta da obiettivi comuni, trasparenza, coerenza e legalità, ma chiusa tra le sbarre del denaro e del potere, dell'arrivismo e della menzogna, del malcostume e dell'incompetenza. Limiti che l'autore riscontra a tutti i livelli della politica danese, sia nei corridoi parlamentari che a livello locale. Non c’è pagina o contesto privo di battute amare e sarcastiche sull’attività dei politici e la cattiva gestione della cosa pubblica. Abituati come siamo a considerare questo un male tipicamente italiano, piuttosto che attribuibile ai paesi scandinavi, è un aspetto che ho trovato interessante nella sua obiettività critica.


   

- E tu, hai mai provato la sensazione di sentirti in gabbia? C’è qualcosa che in qualche modo pensi possa limitare l’espressione libera della tua personallità?


- Anche per te i libri rappresentano un momento così rigenerante? Come per Merete hai un libro che per te sia un ricordo felice, pagine che hanno segnato la tua vita, parole da rileggere come un bisogno o a cui collegarsi anche con la mente per farla respirare?


martedì 6 dicembre 2011

Te - Erich Fried

Te
lasciarti essere te
tutta intera
Vedere
che tu sei tu solo
se sei
tutto ciò che sei
la tenerezza
e la furia
quel che vuole sottrarsi
e quel che vuole aderire
Chi ama solo una metà
non ti ama a metà
ma per nulla
ti vuole ritagliare a misura
amputare
mutilare
Lasciarti essere te
è difficile o facile?
Non dipende da quanta
intenzione e saggezza
ma da quanto amore e quanta
aperta nostalgia di tutto-
di tutto
quel che tu sei
Del calore
e del freddo
della bontà
e della protervia
della tua volontà
e irritazione
di ogni tuo gesto
della tua ritrosia
incostanza
costanza
Allora
questo
lasciarti essere te
non è forse
così difficile
(Erich Fried



   Erich Fried è una tra le figure più illustri della moderna letteratura austriaca. Di origine ebrea, fu costretto ad abbandonare il suo paese a causa delle persecuzioni naziste e si rifugiò a Londra dove, prima di arrivare ad esercitare la professione di scrittore e giornalista svolse anche vari lavori, dal bibliotecario all'operaio. 
   Ha pubblicato vari romanzi, persino un libretto d'opera e più di 25 raccolte di versi, sebbene fama e grandi premi letterari gli siano giunti solo negli ultimi anni della sua vita
   Nelle sue opere i temi politici a volte si intrecciano con quelli più sentimentali. La sua poesia è un grido appassionato per la giustizia, la tolleranza ed un mondo migliore.
   
   Anche in questi versi egli esprime un amore fatto di comprensione, di rispetto, di libertà. La ripetizione delle parole lasciarti essere te , pure nel chiedersene il significato, non sono un'inutile reiterazione, bensì rappresentano l'entrare in profondità del sentimento ed anche della persona amata che non è oggetto quanto soggetto di questo sentimento, non è destinazione ma punto di partenza. 
   Non afferma semplicisticamente che sia facile amare di una persona anche ciò che a fatica si sopporta, tutt'altro... ma che non è forse così difficile quando si coglie la bellezza di ogni sfumatura, la necessità di non sottrarre alcun aspetto della personalità e se si tiene conto inoltre che ognuno ha in sé il bene ed il male, i pregi ed i difetti.
   
   
   Lasciarti essere te. Parole molto lontane dall'idealizzazione di un amore romantico, che può anche essere pericolosa nel momento in cui si spezza l'incantesimo. Sono tuttavia parole di puro amore perchè rendono la persona amata unica, speciale, straordinaria nella sua interezza, nel suo essere se stessa.
   Ciò non significa, secondo me, intendere l'amore come accettazione o soddisfazione passiva, sano realismo per eludere le delusioni, né fuga dalla crescita o chiusura alla limatura dei difetti; piuttosto io vedo in questo proprio la forza creatrice ed attiva dell'amore, che può trasformare le imperfezioni in fascinazione e desiderare l'altro non per puro calcolo razionale o saggio ma per la nostalgia di quel tutto e per l'emozione che gli riconosce ed attribuisce valore.



   

sabato 3 dicembre 2011

Lezioni d'amore

"Sono passato di continuo da una relazione all'altra perché così credevo di non essere mai solo e di vincere il trascorrere del tempo."

"La vita riserva spesso più sorprese di quanto uno possa immaginare."
   
   Queste parole sono pronunciate da David Kepesh, interpretato da Ben Kingsley, nel film Lezioni d'amore, realizzato nel 2008 dalla regista Isabel Coixet e tratto dal romanzo  di Philip Roth, L'animale morente (qui).  

   David all'età di sessantadue anni è un uomo famoso e affascinante, dal grande spessore culturale, un professore universitario di Critica Applicata che cura anche una trasmissione radiofonica letteraria.



  " "Guerra e pace" potrebbe essere modificato dalla nostra sola lettura. Sì certo, ma perché?  Perché noi portiamo qualcosa al libro. Portiamo noi stessi. Perdipiù se leggerete il libro tra dieci anni sarà diverso perché voi sarete diversi. La bellezza è nell'occhio di chi guarda."

   E lui è molto sensibile alla bellezza. 
   In particolare a quella di Consuela, interpretata nel film da Penelope Cruz.

"Quando la vedo mi acceca e non vedo più altro."

   Rispetto a tutte le altre ex studentesse dei suoi corsi con cui, come d'abitudine, il professore intrattiene relazioni puramente sessuali prive di implicazioni sentimentali, Consuela riesce a coinvolgerlo emotivamente, è intelligente e attraente, sensuale e carismatica.
   Con le seguenti parole l'amico e poeta George esprime il suo dubbio sulla relazione sentimentale che tra i due sta nascendo, volendolo convincere che in realtà anche questa volta, come sempre, David sia soltanto conturbato dalla enorme bellezza e sensualità di Consuela.

George - Le belle donne sono invisibili.
David - Invisibili? Che diavolo t'inventi.... invisibili? Non puoi non notarle. Una bella donna si distingue tra le altre, ti colpisce, non ti può sfuggire.
G. - Ma non percepisci mai la persona, vedi solo la bella facciata, ti blocca la barriera della bellezza. Se ammaliati dall'aspetto esteriore non arriviamo mai al mondo interiore.

   Nonostante la notevole intesa e la travolgente passione, David si lascia cogliere da un'ossessionante gelosia, una scoperta per lui dopo anni di assenza di legami e problemi. La preoccupazione che la donna lo abbandoni per un uomo più giovane lo rende vulnerabile ed insicuro, è persino stupito di quanto alla sua età sia ancora coinvolto dai fatti carnali della commedia umana. Il noto professore ha in realtà molto da imparare e questa esperienza sarà per lui una vera lezione d'amore e di vita che lo porterà a cambiare e a ricominciare, a comprendere come vincere il tempo e la morte. 
   Come lui stesso spiegava agli studenti universitari, con il passare degli anni si diventa delle persone diverse, perchè le esperienze vissute arricchiscono e, mettendo a dura prova convinzioni ed atteggiamenti, possono persino rinnovare e trasformare. E così l'uomo che viveva deresponsabilizzandosi e che aveva paura di invecchiare, comincia il suo cammino di crescita nell'amore!


   
    Il film scorre sviluppando soprattutto i seguenti temi: il contrasto tra bellezza esteriore ed interiore, la gelosia distruttiva ed il binomio Amore-Morte, ma quasi sottovalutando la sessualità ardente e la selvaggia passione che nel libro invece sono esplosive e coinvolgenti. Malgrado il successo di questa pellicola, personalmente l'ho trovata sottotono rispetto al romanzo: pur potendo contare su un eccellente cast, una regia rassicurante, una fotografia raffinata, una lineare ed elegante sceneggiatura, ha una colonna sonora assolutamente poco incisiva e mediocremente malinconica, un ritmo decisamente lento e poco trascinante. Lo stesso Roth ha dichiarato di non aver gradito questo adattamento cinematografico della sua opera.


- L a bellezza ti acceca?
 
- C'è per te una persona od un'esperienza, 
che è entrata come una SOPRESA nella tua vita  
per poi cambiarne completamente il corso? 
Quel qualcuno o qualcosa senza il quale
oggi tu non saresti ciò che sei?

- Ti aspetti ancora di essere stupito dalla vita? 
Di poter cambiare e crescere?