Se solo ci potessimo toccare,
se le nostre separate entità potessero
incastrarsi come un puzzle cinese ...
Amore:
la felicità di combaciare perfettamente
con tutti i pezzetti di te.
E insieme il puzzle è risolto..
Muriel Rukeyser
è una scrittrice e
poetessa americana vissuta nel secolo scorso. A soli ventun'anni, nel 1935,
vinse il premio Yale Younger Poets, con la pubblicazione del suo primo libro.
Nella sua carriera ha ricevuto spesso riconoscimenti e vinto altri
prestigiosi premi quali: il premio Poesia Harriet Monroe, il Premio Levinson ed
il premio Copernico. Tuttavia la critica nei suoi confronti si è sempre
abbastanza divisa, non riservandole solo lodi ed approvazioni. Insomma...
odiata o amata, senza vie di mezzo!
È stata
soprattutto una famosa giornalista ed attivista per la campagne sociali, l'uguaglianza
e la pace ed ha precorso il movimento femminista degli anni '60.
Un meraviglioso esempio della visione relazionale
della poesia che aveva Muriel Rukeyser è data dal Poetry Wall che
si trova nella Cattedrale di St. John in Manahttan - New York. Fu
fondato nel 1976 dalla stessa poetessa come luogo di apertura e libertà della
poesia. Qui si accetta qualsiasi poesia venga presentata ed in ogni lingua,
firmata o meno.
"Le nostre poesie sarebbero un fallimento se i nostro lettori non venissero portati da esse al di là delle poesie", così affermava Muriel Rukeyser.
I versi di "Dove sei adesso?", in verità, offrono numerosi stimoli per varie considerazioni.
Per secoli, poeti e drammaturghi sono stati ispirati dall'idea
d'amore che trae origine nello spirito che cerca la completezza. Tanti hanno nutrito i concetti
che regolano la vita
di coppia e la relazione amorosa promuovendo la fantasia che due persone siano
una!
Condivido poco l'idea che ogni essere sia una metà che
cerca disperatamente l'altra per il mondo e se, per caso, esse si
incontrano, giungono a quello stato di
fusione
totale
, in cui non ci sono più problemi. L'incontro con l'amore
diverrebbe così un fine (la soluzione), invece è soltanto l'inizio di un lungo cammino di ricerca,
di accordi e comunicazione permanente anche nella crescita e nel
cambiamento.
Il puzzle ricomposto più che definire quell'alchimia particolare che fa levitare due persone in uno stato di grazia, a mio parere, ben esprime invece, la necessità in un rapporto di reciproca condivisione delle proprie vulnerabilità e di tutte le varie componenti e sfaccettature della personalità. Condivisione che può realizzarsi solamente con la conoscenza reciproca nel tempo e che diventa incastro con l'accettazione dell'altro nella sua diversità.
Il paragone con il puzzle fa comprendere come l'incontro
amoroso non avvenga e non potrebbe avvenire con un secondo-io, un essere simile
a sé, bensì proprio e soltanto con un essere differente, un'entità separata.
La Rukeyser, inoltre, cita
espressamente il
puzzle cinese
, ossia il tangram o gioco delle “sette pietre
della saggezza”. Si riferisce a quel gioco millenario, all’apparenza molto facile,
che si realizza scomponendo un quadrato (soprattutto ma anche altra figura) in
sette forme geometriche, che successivamente si devono combinare tra loro, ottenendo un infinito numero di figure e disegni. Qualsiasi
figura realizzata deve essere costituita impiegando tutti i
sette pezzi del tangram.
Per completare il
puzzle cinese occorre fantasia e talento ed il gioco
simboleggia una filosofia di vita legata alla costante mutazione delle cose,
tanto è vero che non c’è una soluzione definitiva. E poiché il tangram è
concepito come infinito da cui originano tutte le cose, qui il paragone compiuto dalla poetessa con l’amore è perfettamente
combaciante.
L’amore è come il motore
originario di ogni forma d’esistenza, che richiede attenzione e applicazione, stimola l’intuito, il confronto e la
conoscenza. L’amore è, dunque, in
evoluzione perenne come in una continua elaborazione e sa, con gioia, prendersi cura di ogni particolare senza tralasciarne alcuno. Come nel tangram tutti i pezzetti, pur nella loro diversità, sono indispensabili, così il puzzle dell'amore può risolversi quando nessuna sfumatura del carattere, anche quella più difficile o impossibile che ci porta a considerare l'altro un'entità diversa, è considerata marginale o superflua, ma ogni aspetto viene ritenuto essenziale ed importante per costruire insieme una nuova vita.